Lotta alla povertà e all’esclusione

Condividi e stampa

Categorie

Argomenti

Questa sezione si concentra su interventi mirati a contrastare la povertà e favorire l’inclusione sociale delle persone più vulnerabili. Le azioni includono sostegno economico, percorsi di reinserimento lavorativo e progetti per garantire l’accesso ai servizi essenziali, promuovendo pari opportunità e dignità per tutti.

Povertà: la vera malattia che accorcia la vita

“Chi nasce povero, nasce già più fragile. E ha meno possibilità di salvarsi.”

In un’epoca in cui si celebrano i progressi della medicina e la longevità come traguardi di civiltà, c’è una verità scomoda che continua a restare ai margini del dibattito pubblico: la povertà è una delle minacce più gravi alla salute umana. Non è solo una questione economica. È una questione biologica, psicologica e sociale. Incide sulla qualità della vita più di molte malattie diagnosticate, riduce l’aspettativa di vita, compromette la salute mentale e perpetua un circolo vizioso che si trasmette di generazione in generazione.

Chi è povero si ammala (e muore) prima

I dati parlano chiaro. Nei paesi ad alto reddito, le disuguaglianze economiche si traducono in disuguaglianze biologiche. Uno studio statunitense ha mostrato che tra il 10% più ricco e il 1% più povero della popolazione ci sono fino a 15 anni di differenza nell’aspettativa di vita. Non va meglio in Europa: in Inghilterra e Galles, le donne che vivono nelle zone più svantaggiate passano solo il 65% della loro vita in buona salute, contro l’81,5% delle coetanee più abbienti (The Guardian, 2025).

Le radici profonde della disuguaglianza

Perché chi è povero si ammala di più? Le cause sono molteplici e interconnesse. Le abitazioni inadeguate, l’esposizione all’inquinamento, una dieta squilibrata, l’accesso limitato ai servizi sanitari, lo stress cronico da insicurezza economica… tutto concorre ad alterare il funzionamento del corpo.

La povertà non è solo assenza di soldi, ma presenza costante di fattori di rischio invisibili: muffa sui muri, ambienti insalubri, quartieri violenti, assenza di spazi verdi. È una condizione che logora il fisico e spegne lentamente la mente.

Il cortisolo, l’ormone dello stress, resta cronicamente elevato nelle persone sottoposte a continue tensioni economiche. Questo squilibrio contribuisce a malattie cardiovascolari, obesità, diabete, depressione e persino a una risposta immunitaria più debole.

I bambini pagano il prezzo più alto

In Italia, 1,3 milioni di bambini vivono in povertà assoluta (Istat, 2023). Per molti di loro, significa mangiare meno, non accedere a cure dentistiche o specialistiche, non avere uno spazio sicuro dove studiare. Ma soprattutto, significa uno sviluppo neurocognitivo compromesso, più difficoltà a scuola, più probabilità di sviluppare malattie mentali in adolescenza.

La cosiddetta “povertà educativa” non si ferma al banco: si trasforma in precarietà occupazionale, in nuove forme di disagio e in salute sempre più precaria nell’età adulta.

La salute mentale: la ferita invisibile

La correlazione tra povertà e malattia mentale è fortissima. I giovani che crescono in contesti poveri hanno un rischio da due a tre volte maggiore di sviluppare disturbi psicologici, come ansia, depressione e disturbi da stress post-traumatico. E questi disturbi, a loro volta, possono impedire di lavorare o studiare, alimentando una spirale discendente.

Cure negate: milioni di persone rinunciano a curarsi

Nel 2023, circa 4,5 milioni di italiani hanno rinunciato a prestazioni sanitarie per motivi economici. È l’effetto diretto di una sanità sempre più diseguale, dove chi ha di meno paga di più: tempi d’attesa insostenibili nel pubblico, costi proibitivi nel privato, farmaci a pagamento e barriere geografiche.

Secondo un report di Secondo Welfare, cresce anche la “povertà sanitaria”: persone che si indebitano per potersi curare o che smettono del tutto di farlo.

La casa che (non) cura

Essere sfrattati o vivere in alloggi precari ha effetti devastanti sulla salute. Studi recenti mostrano che l’instabilità abitativa aumenta la pressione sanguigna, l’ansia e il rischio di depressione. In gravidanza, può portare a nascite premature e bambini sottopeso. Non è solo una questione sociale: è una vera e propria emergenza sanitaria.

La povertà costa più di quanto pensiamo

Nel Regno Unito, le disuguaglianze sanitarie legate alla povertà costano al sistema sanitario oltre 50 miliardi di sterline l’anno. Le persone svantaggiate ricorrono al pronto soccorso due volte più spesso dei ricchi. Ma non perché “abusano” del sistema: lo fanno perché non hanno alternative.

La soluzione non è (solo) nella medicina

Se la povertà è una malattia, la terapia deve essere sociale, non solo farmacologica. Serve un nuovo paradigma, dove prevenzione significhi investire in politiche abitative, educazione, trasporti, nutrizione, sostegno psicologico, occupazione e accesso ai servizi.

Come scriveva Michael Marmot, uno dei massimi studiosi delle disuguaglianze di salute:

“Se il problema è causato dalla società, allora anche la soluzione deve venire dalla società.”

Per approfondire

Uno studio pubblicato sul Time spiega “In che modo il reddito influisce sulla durata della vita negli Stati Uniti” How Income Affects U.S. Life Spans | TIME

ISTAT/ANSA segnalano che nel 2023 in Italia c’erano circa 1,3 milioni di minori in povertà assoluta (14% dei bambini) — valore più alto dal 2014  Il 14% dei minori è in povertà assoluta, sono 1,3 milioni – Notizie – Ansa.it

Report di SecondoWelfare indica 4,5 milioni di italiani nel 2023 hanno rinunciato alle cure per motivi economici. Povertà sanitaria in crescita: sempre più italiani rinunciano alle cure • Secondo Welfare

Le donne nelle zone più povere dell’Inghilterra e del Galles “trascorreranno solo due terzi della vita in buona salute” – Women in poorest parts of England and Wales ‘will spend only two-thirds of life in good health’ | Life expectancy | The Guardian