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Questa area si occupa di promuovere il benessere dei minori e delle famiglie attraverso interventi di supporto educativo, tutela dei diritti dei bambini e prevenzione del disagio giovanile. I servizi includono assistenza scolastica, attività ricreative e progetti di inclusione sociale per giovani e famiglie in difficoltà.

Educazione affettiva e sessuale in adolescenza

L’adolescenza è un tempo di scoperta. Il corpo cambia, le emozioni diventano più intense, nascono le prime relazioni intime, si fanno i conti con le prime domande su chi siamo, cosa desideriamo, cosa ci fa stare bene. Ed è proprio in questo passaggio così fragile e potente insieme che l’educazione affettiva e sessuale diventa fondamentale: per aiutare a conoscersi, rispettarsi, esprimersi. Per non sentirsi soli di fronte a emozioni che non sempre si sanno nominare, ma che hanno bisogno di spazio e ascolto.

Non si tratta solo di “fare prevenzione” contro gravidanze indesiderate o infezioni sessualmente trasmissibili, né di spiegare semplicemente come funziona il corpo umano. Educare all’affettività e alla sessualità è molto di più, significa educare alla relazione, all’autenticità, alla consapevolezza.

Significa affrontare con delicatezza e chiarezza temi centrali per la crescita affettiva e relazionale: il rispetto dell’altro, il valore del consenso, la gestione delle emozioni, la costruzione dell’identità e di legami sani.

Parlare di rispetto significa aiutare i ragazzi e le ragazze a riconoscere il valore dell’altro come persona, non come oggetto del proprio desiderio o delle proprie aspettative. Significa imparare a guardare l’altro/a negli occhi e chiedersi: “Come si sente? Cosa desidera davvero?”

Parlare di consenso non è solo dire “sì o no” all’intimità fisica, ma è educare a una cultura del rispetto reciproco, dove il corpo, le emozioni e i confini di ciascuno sono inviolabili. Il consenso è un atto attivo, continuo, che può cambiare nel tempo, e che va sempre ascoltato e rispettato.

Parlare di emozioni è dare ai ragazzi gli strumenti per nominare quello che sentono: l’imbarazzo, il desiderio, la confusione, la gelosia, la paura del rifiuto. Emozioni che, se ignorate o represse, possono trasformarsi in disagio, aggressività o isolamento.

Parlare di identità significa riconoscere che ognuno è in un percorso di scoperta di sé: del proprio orientamento, della propria espressione di genere, del proprio modo di vivere l’intimità. Offrire uno spazio libero da giudizi è fondamentale per far sentire i ragazzi accolti nel loro essere autentico.

Parlare di relazioni sane vuol dire mostrare che l’amore non è possesso, che la gelosia non è una prova d’affetto, e che il silenzio o la manipolazione non sono “normali” nelle dinamiche affettive. I ragazzi imparano soprattutto da ciò che vivono e vedono, non solo da ciò che ascoltano.

In sintesi, educare all’affettività e alla sessualità significa fornire strumenti di vita:

  • per riconoscere i propri bisogni,
  • per dire “sì” con consapevolezza e “no” con assertività,
  • per costruire relazioni basate sulla fiducia,
  • per comunicare ciò che si sente senza vergogna.

Questa è una responsabilità collettiva: di famiglie, scuole, educatori, società. Perché se non siamo noi adulti a parlarne con cura, lo faranno altri: il web, la pornografia, i social — e non sempre con il giusto linguaggio o i giusti valori.

 

Stato dell’arte: la fotografia italiana

Secondo l’indagine Save the Children–IPSOS su 800 adolescenti (14–18 anni) e 400 genitori:

  • Solo il 47 % degli adolescenti dichiara di aver ricevuto educazione sessuale a scuola, con forti differenze territoriali: 55 % al Nord, 39 % nel Centro e 37 % nel Sud e Isole (Fonte: il Fatto quotidiano);
  • Il 66 % dichiara esperienze sessuali, più frequenti tra i ragazzi (72 % vs 59 %) (Fonte: Welforum);
  • Tra i giovani di 15 anni, l’uso del preservativo nell’ultimo rapporto sessuale è al 69,4 % tra i ragazzi e al 61,6 % tra le ragazze (Fonte:  Univadis);
  • Solo il 12 % ha mai consultato un consultorio, e l’82 % non ha mai fatto un test HIV (Fonte: savethechildren).

Quando il web è il primo educatore sessuale

Oggi gli adolescenti vivono in una società iperconnessa, dove l’accesso all’informazione è istantaneo ma non sempre filtrato, guidato o critico.

I dati parlano chiaro:

  • Il 47% degli adolescenti consulta siti e articoli online per informarsi su temi sessuali;
  • Il 57% cerca notizie su infezioni sessualmente trasmissibili (IST);
  • Il 24% ritiene che la pornografia rifletta la realtà sessuale;
  • Il 22% dichiara di usare video pornografici come riferimento per capire “come si fa sesso”;
  • Il 26% considera utile la pornografia per comprendere la sessualità, e il 24% la giudica realistica.

Cosa ci dicono questi numeri?

Che il web, e in particolare la pornografia, è diventato uno dei principali “educatori sessuali” dei nostri ragazzi. E questo pone una serie di criticità pedagogiche e psicologiche che non possiamo ignorare.

Informazione ≠ Educazione

Cercare informazioni online è un comportamento comprensibile, specie in una fase di sviluppo come l’adolescenza, dove la curiosità sul sesso e sull’identità è naturale.
Ma l’informazione da sola non basta, soprattutto se non è accompagnata da un pensiero critico, da una guida adulta, da uno spazio di confronto sicuro.
I contenuti trovati online possono alimentare miti, paure o aspettative distorte.

Pornografia: finzione spacciata per realtà

Il fatto che un quarto degli adolescenti consideri la pornografia “realistica” o “utile” per capire la sessualità è particolarmente allarmante.
La pornografia propone una visione della sessualità spettacolarizzata, performativa, spesso priva di contesto emotivo, senza consenso esplicito, e centrata sul piacere maschile.

In questi scenari mancano:

  • la comunicazione reale tra partner,
  • la tenerezza, l’intimità, il gioco reciproco,
  • la rappresentazione del consenso come processo attivo,
  • la diversità dei corpi, dei desideri, delle modalità relazionali.

Risultato? I ragazzi e le ragazze rischiano di imparare a imitare copioni irrealistici, a vivere il corpo come oggetto di prestazione e non come luogo di ascolto e relazione.
E questo impatta non solo sulla sfera sessuale, ma anche sull’autostima, sul rapporto con il proprio corpo e con l’altro, e sulla capacità di costruire relazioni sane.

L’urgenza di un’educazione affettiva e sessuale critica e guidata

In assenza di percorsi educativi strutturati, i giovani non hanno gli strumenti per decodificare ciò che vedono.
Non basta dire “la pornografia è finta”: occorre accompagnare alla lettura critica di ciò che viene visto e sentito, e proporre modelli alternativi e realistici di intimità, piacere, comunicazione e rispetto.

L’educazione affettiva e sessuale non deve censurare, ma integrare, contestualizzare, problematizzare.
Significa colmare un vuoto, offrendo informazioni corrette, ma anche spazi di confronto emotivo, domande aperte, educazione al pensiero critico, alla diversità, all’empatia.

Se non guidiamo i ragazzi in questo percorso, sarà il web a farlo, senza filtri e senza cura.
Ecco perché oggi, più che mai, è urgente un’educazione sessuale completa, inclusiva e continua, dentro e fuori la scuola.

Fonti utilizzate

  1. Save the Children – Rapporto “L’educazione affettiva e sessuale in adolescenza: a che punto siamo?”
    Documento PDF ufficiale (2025)
    ➤ Sintesi e presentazione: Save the Children Italia
  2. IPSOS – Indagine nazionale per Save the Children (2025)
    Pagina ufficiale dell’indagine IPSOS
  3. Welforum.it – Approfondimento “L’educazione affettiva e sessuale in adolescenza” (2025)
    Articolo completo
  4. Il Fatto Quotidiano – Articolo su ActionAid e l’educazione sessuale (2025)
    “Educazione sessuale: sondaggio adolescenti ActionAid”
  5. TG24 Sky – Reportage sui dati di Save the Children (2025)
    “Educazione sessuale e affettiva: Save the Children, ecco i dati”
  6. Rainews.it – Indagine nazionale 2025 sugli adolescenti e l’educazione sessuale
    “8 giovani su 10 provano disagio a parlarne con adulti”
  7. Internazionale – Approfondimento sull’assenza normativa italiana (2025)
    “Educazione sessuale e affettiva: la scuola italiana ha bisogno di una riforma”
  8. Univadis Italia – Focus su adolescenti, IST e salute sessuale
    “Educazione sessuale: in Italia è ancora terreno da conquistare”
  9. Gruppo CRC – Comunicato stampa sulla ricerca Save the Children (2025)
    “Educazione affettiva e sessuale: online la ricerca di Save the Children”
  10. InGenere.it – Articolo di contesto europeo e confronto modelli CSE
    “Imparare ad amarsi – Educazione sessuale nelle scuole europee”
  11. StoryMaps – Piattaforma narrativa di Save the Children (2025)
    “Storymap ufficiale: Educazione sessuale e affettiva”